Il tema della qualità dell’aria indoor (Indoor Air Quality – IAQ) sta diventando centrale nel dibattito istituzionale a seguito della pandemia e delle evidenze fornite da numerosi studi scientifici. L’OMS ha di recente pubblicato le nuove Linee Guida sulla Qualità dell’Aria specificando, per la prima volta, come esse riguardino anche agli ambienti confinati ove le persone trascorrono la maggior parte della loro esistenza. Altrettanto di recente il Parlamento Europeo ha chiesto alla Commissione di regolare la IAQ sottolineando la carenza dell’attuale legislazione sul tema, e la necessità di predisporre efficaci sistemi di incentivazione per la sostituzione degli impianti HVAC negli edifici. La IAQ, ha anche considerevoli impatti economici causando una significativa diminuzione della produttività, e generando enormi costi per la pubblica sanità.
In un contesto in cui il ripensamento della qualità dei servizi erogati in ambienti confinati ad elevata concentrazione umana è imminente, e in cui la tutela della salute è destinata a diventare un fattore competitivo chiave, nasce, dalla collaborazione scientifica tra il DISAT (Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra) dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca e il GREEN (Centro di Ricerca sulla Geografia, le Risorse naturali, l’Energia, l’Ambiente e le Reti) dell’Università Bocconi, il progetto di Osservatorio sulla Qualità dell’Aria Indoor (OQAI).
Il suo obiettivo è quello di creare un polo stabile di ricerca multidisciplinare su una tematica trasversale, data la numerosità degli ambiti coinvolti, e destinata ad avere una rilevanza crescente per effetto della sua graduale integrazione nel concetto di sostenibilità, come dimostra l’inclusione nel primo Atto Delegato della Tassonomia europea di specifici criteri tecnici per l’attività di produzione di sistemi di raffrescamento, ventilazione e purificazione dell’aria.
Un ponte tra università e aziende per luoghi di vita e lavoro, ambientalmente ed economicamente sostenibili. Aula U1-T010.
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